Riposare che fatica!

Ragazza tra le nuvole che evoca l'idea di vacanza

Non vedo l’ora che arrivi l’estate per riposarmi!

Quanti di voi l’hanno pensato? Poi quando arrivano le tanto desiderate vacanze non si riesce a riposare. Le vacanze sono cariche di aspettative: vogliamo fare tutto quello che non abbiamo avuto il tempo di fare durante l’anno. In più spesso si presentano anche i sensi di colpa per ciò che lasciamo a casa: studio, lavoro, impegni, persone. Quindi desideriamo tanto il riposo ma non riusciamo a godercelo, perché?

In questo articolo vorrei condividere qualche riflessione con l’aiuto dell’analisi transazionale.

Perché è faticoso riposare?

Vorrei partire condividendo con voi una parola che ho recuperato dai ricordi del liceo classico, la parola “otium”.

Non voglio fare una lezione di latino, ma raccontarvi come questa parola ha influito sulla mia idea di riposo.

La mia professoressa di latino diceva che per i latini l’ozio non era “far niente”, ma dedicarsi ad altre attività, culturali, ricreative. Ed ecco come questi insegnamenti, insieme al contesto familiare e sociale in cui vivevo, hanno contribuito al formarsi dell’idea che riposare voleva dire dedicarmi a delle attività “utili”, non far niente invece era segno di pigrizia ed una perdita di tempo.
Sono sicura che se anche non avete studiato latino potreste avere un pregiudizio simile sul riposo.

Ed è qui che l’analisi transazionale può esserci d’aiuto.

Secondo questo approccio ciascuno di noi riceve dei messaggi durante l’infanzia dalle persone significative, che vengono interiorizzati per poi condizionare il nostro comportamento; tali messaggi sono chiamati Spinte.

Vi parlerò di due di queste, che possono rendere faticoso godersi il riposo: “Sbrigati” e “Sforzati”.

Nel primo caso ci sarà stato insegnato che bisogna fare tutto in fretta, senza fermarsi. Nel secondo caso invece possiamo aver imparato che bisogna darsi da fare, andando anche oltre ai nostri limiti: se non siamo stanchi allora non ci siamo impegnati abbastanza.

Perché seguiamo queste spinte?

Perché abbiamo la convinzione che se ci comporteremo in questo modo allora saremo: amati, apprezzati, importanti….Quindi il riposo ci spaventa, perché ci chiede di fermarci, di smettere di sforzarci e di correre, ma abbiamo paura di deludere l’Altro e abbiamo paura di cosa potremmo scoprire fermandoci. Perché riposare vuol dire anche avere la possibilità di stare con se stessi, i propri pensieri e le proprie emozioni. A volte anche solo pensare a questa possibilità fa paura, quindi evitiamo di riposare veramente!

Quindi come godersi il riposo?

Innanzitutto è necessario chiedersi cosa mi permette veramente di riposare e per capirlo è necessario individuare qualcosa di nutriente a livello fisico, mentale, emotivo o relazionale. In seguito è possibile chiedersi se c’è qualcosa che stiamo evitando. Ad esempio se desidero riposarmi svolgendo unicamente attività adrenaliniche posso chiedermi se è veramente ciò che desidero o se magari ho paura di fermarmi. Solo ciascuno di noi può conoscere la risposta. Di quale riposo ho bisogno?

Per concludere vorrei proporti una piccola pratica per capire il riposo che fa per te!

Prendi un foglio scrivi la parola riposo e di seguito le prime 10 parole che ti vengono in mente associate a questo concetto. In seguito osservale e nel caso in cui vi siano delle parole cariche di pregiudizi e autocritiche eliminale. Scegline 3 che rappresentino ciò che per te è riposo in questo momento.

Buon riposo!

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