Puoi uscire dalla trappola cercando un po’ di poesia (e motivazione) anche nella giornata più anonima e noiosa

Ti è mai capitatə di sentirti intrappolatə nella monotonia?
Giornate tutte uguali. Nulla di straordinario da raccontare. Nessuna grande emozione, né catastrofe, né conquista. Solo la routine.
A me ne sono capitate diverse, anzi a volte mi sembra che la maggior parte siano così. Il rischio è allora di farsi prendere dallo sconforto, dall’ ansia. Iniziamo a lamentarci ma senza fare nulla per cambiare la situazione, convinti di non aver alcun potere.
Eppure a volte è sufficiente cambiare prospettiva, anche in mezzo a tutti quei gesti ripetuti, qualcosa di straordinario succede o meglio può succedere se ci mettiamo nella giusta prospettiva.
È proprio lì che si può nascondere la poesia del quotidiano. Non quella che si scrive con le rime, ma quella che ci riconnette a ciò che siamo, a ciò che sentiamo, a ciò che vale.
Oggi voglio parlarti di un metodo creativo e terapeutico che amo molto: il Caviardage. Ma soprattutto, voglio raccontarti perché per me è una splendida metafora di vita.
Cos’è il Caviardage
Il Caviardage è una tecnica poetica ideata da Tina Festa che consiste nel “trovare la poesia nascosta” all’interno di testi già scritti — come pagine di giornali, libri o scritti personali.
Si tratta di un processo molto semplice, ma sorprendentemente profondo:
si leggono le parole, si scelgono quelle che ci colpiscono, e si cancellano tutte le altre.
Il risultato è una poesia “nascosta”, che emerge non da ciò che si aggiunge, ma da ciò che si toglie.
Una metafora per vivere meglio
E se fosse così anche nella vita? Siamo abituatə a pensare che dobbiamo fare di più, essere di più, avere di più per sentirci realizzati. Ma a volte, invece, è proprio togliendo
che troviamo ciò che conta:
togliendo il rumore
togliendo il giudizio
togliendo l’ansia da prestazione
togliendo il bisogno di essere speciali a tutti i costi
Come nel Caviardage, quando togliamo ciò che è superfluo, resta ciò che è vero. Una parola. Una piccola luce. Una bellezza minima ma autentica. E lì, qualcosa cambia.
La poesia del quotidiano
Il Caviardage ci insegna che non serve cambiare tutto per trovare bellezza e connetterci con noi stessə.
Possiamo semplicemente rallentare e guardarci meglio.
Anche in una giornata “normale” possiamo scoprire qualcosa che ci commuove, che ci fa sentire vivə, che ci dà senso.
È un esercizio di creatività, certo, ma anche di presenza e consapevolezza.
Un modo per dirci: “Ci sono, sto ascoltando. Anche oggi ho qualcosa da raccogliere.” Perché ti assicuro che ogni giorno può esserci una piccola scintilla di piacere.
Vuoi provare anche tu?
Ecco un semplice esercizio che puoi fare oggi stesso.
- Scrivi una pagina di diario raccontando la tua giornata. Non serve che sia speciale, anzi più è noiosa, normale e meglio è.
- Rileggi e cerchia le parole che ti colpiscono, che ti emozionano. Non pensarci troppo, lascia “parlare la pancia”.
- Elimina con un pennarello nero tutto il resto.
- Leggi solo le parole che hai tenuto: ecco la tua poesia.
Forse sarà breve. Forse sarà strana. Forse sarà perfetta.
Se proprio non ti dice niente la poesia che emerge, puoi aggiungere qualche parola, ma ti consiglio di farlo il meno possibile, perché ricorda: l’obiettivo è togliere, non aggiungere.
L’arte del togliere per trovare
Non dobbiamo aspettare l’eccezionale per sentirci vivi.
A volte basta cambiare sguardo.
Basta togliere, per trovare.
Basta riscrivere la nostra giornata, come se fosse una poesia.
Poi certamente le difficoltà restano, non spariscono magicamente, ma se ci diamo la possibilità di vedere il bello delle nostre giornate, avremo maggiore energia anche per affrontare le sfide quotidiane.
Se hai delle domande o provi questo esercizio, scrivimi: mi piacerebbe leggere le tue parole.
Ti saluto con la mia poesia nascosta.
